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Basandosi sui ritrovamenti archeologici spesso ben conservati e sulla propria documentata ricerca sul campo, l'autrice analizza l'architettura e l'arte templare dal Mediterraneo all'estremo nord-ovest d'Europa nel contesto di una società teacratica che venerava una Dea come principale divinità. Offre un importante contributo alla comprensione dei culti con cui era venerata e dell'immaginario sulla vita, la morte e la rigenerazione dei popoli che costruirono i suoi templi. Le planimetrie stesse, a Malta come nelle Orcadi e Shetland, sono il corpo della Dea e, al suo riparo per alcuni millenni, il simbolismo delle sculture, delle incisioni e della ceramica resistette anche dopo il tramonto di Malta. Il libro è riccamente illustrato con fotografie e disegni dell'autrice.